Eccomi qui a parlare dell’evento artistico più cool della stagione estate 2016: “The floating piers” di Christo e Jeanne -Claude.
Breve nota introduttiva: “The floating piers” è un progetto artistico ideato dall’artista bulgaro Christo e da sua moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009 senza vederne la realizzazione.
Un pontile galleggiante di 200.000 cubi di polietilene coperto da un tessuto color oro caldo posati a pelo acqua collegano Sulzano, piccolo comune del Lago d’Iseo e punto più vicino all’isola, alla più grande isola lacustre d’Europa, Monte Isola.
Da lì, seguendo il tessuto che è stato posato a mo’ di guida lungo la strada di Monte Isola che costeggia il lago, si raggiunge il punto da cui, nuovamente, si stacca un nuovo pontile che collega Monte Isola all’isola di San Paolo, altra piccola isola nel cuore del lago.
L’Isola di San Paolo è un isola privata, a differenza di Monte Isola.
Con il pontile di Christo e Jeanne-Claude si cammina attorno all’isola di San Paolo e si torna al punto di snodo da cui scegliere se tornare al punto di partenza su Monte Isola o camminare sull’altro braccio del pontile e raggiungere terra, ma in un punto vicino a Sensole, piccolo villaggio sulla sponda sud ovest di Monte Isola.
Lunghezza del percorso via pontile: 3 km
Lunghezza del percorso su Monte Isola: 1 km e 500 metri
Una bella passeggiata.
Molti hanno camminato sui pontili nei 18 giorni in cui la struttura è rimasta aperta, cioè dal 18 giugno al 3 luglio (ebbene sì, oggi ha chiuso e ci vorranno, dicono, mesi per smantellarla).
L’ho fatto anche io.
Volevo essere una di quelle che dicono “Io c’ero”?
Forse, anche se a chi lo potrei dire? Ah sì, lo potrei scrivere qui nel blog.
In realtà, è stata una cosa che si chiama “nostalgia di casa” ad avere il sopravvento.
Monte Isola e il Lago d’Iseo sono, per me, i luoghi della mia vita di prima, prima di mollare tutto e iniziare a fare la nomade per l’Italia.
Monte Isola è il luogo del “Dai, domani si va a Monte Isola, si affittano le bici e via” e Iseo, beh Iseo è il posto del “Dove andiamo a mangiarci una pizza? Andiamo a prendere un ape a Iseo? Prendiamo un té al lago?”.
Più di Christo, poté la nostalgia di casa. Ma grazie Christo che hai creato l’occasione.
Ecco cosa ne penso di quanto è stato detto e di quello che ho visto.
Vittorio Sgarbi e la “sua” occasione mancata.
Vittorio Sgarbi dice che “The Floating Piers” è un po’ un ‘opportunità persa, perché i pontili non portano da nessuna parte.
Potevano invece collegare vari punti artisticamente degni di nota, come le ville e gli edifici in stile Liberty che si trovano soprattutto a Sarnico (Bergamo) oppure il Romanino della Chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne (Brescia) o ancora l’Accademia Tadini a Lovere (Bergamo).
Vero, ma forse l’intento era diverso.
Da una parte ci sono delle difficoltà tecniche, perché collegare certi punti sarebbe stato più difficile e costoso (Sulzano è il punto più vicino a Monte Isola dalla terraferma).
Dall’altra, ammirare le acque del Sebino, i monti che si tuffano a precipizio in queste acque, senza digradare dolcemente, (perché noi gente di Brescia e di Bergamo siamo un po’ così dopo tutto, un po’ irruenti, ci tuffiamo nelle situazioni, no?) è un piacere immenso in sé e per sé.
Stare in mezzo al lago, poter girare, non solo lo sguardo, ma il corpo, a 360° senza ostacoli, senza che il vento ti sferzi, è di una bellezza emozionante.
Poi sono d’accordo anche io che chiamarla opera d’arte forse non è azzeccato, ma non parlerei di un’opportunità persa: fare emozionare, fare sognare, scatenare per lo meno il sorriso sul volto degli esseri umani non è un’‘occasione persa’. Abbiamo così bisogno di tornare a meravigliarci di quello che ci circonda e di noi. Non credete?
Philippe Daverio e “la sagra di paese”.
Anche Philippe Daverio contesta che si tratti di arte, perché manca la complessità dell’opera e la ripetitività dell’esperienza. O meglio “Se uno …salisse per duecento volte sulla passerella di Christo entrerebbe nella categoria dei cretini” cito da Bergamonews versione online.
Non saprei.
E’ vero che, sempre come cita Daverio via Bergamonews, io posso ascoltare l’opera di Bach mille volte e trovare tutte le volte significati nuovi, ma è anche vero che devo avere una certa preparazione altrimenti resterò sempre alla superficie e potrò magari apprezzarne la melodia e goderne allo stesso livello del godimento che posso trarre dall’ ascoltare l’ultimo pezzo dei Coldplay.
Quindi immagino che per fruire della complessità di un ‘opera d’arte, così come la intende Daverio, sia necessario un minimo di preparazione e di studio. Non è da tutti.
E se devo essere sincera ho trovato anche interpretazioni complesse sull’opera di Christo, sul “viaggio dentro di noi”, molto probabilmente ad opera di spiriti particolarmente colti e sensibili.
Non vedo però perché privare di bellezza e di legittimità lo stupore di anime semplici come noi che ci emozioniamo a camminare sulle acque. Non ci è mai capitato e, immagino, sarà arduo che ci capiti di nuovo.
Se, poi, è vero che l’arte dovrebbe far pensare e non emozionare, è altrettanto vero che intere correnti d’arte (Espressionismo, Impressionismo, Barocco e alcuni artisti come Mark Rothko) volevano anche emozionare, consideravano l’emozione parte integrante dell’esperienza artistica.
In quanto alla “non ripetitività”: della riproduzione e delle ripetitività di un ‘immagine, di un ‘opera, alcuni hanno fatto la propria fama, creando “Pop Art”. Christo ha fatto il percorso inverso.
Cosa ne penso io di “The Floating piers”
Magari non vi interessa e d’altro canto non è neppure saggio né educato che mi metta sullo stesso piano dei nomi sopra indicati.
In realtà mi guardo bene dal farlo, solo che questo è il mio blog e, quindi, mi permetto di dirvi cosa ne penso io dei “The Floating Piers”.
Emozionanti.
L’arte non è emozione? Pazienza!
Io però ne ho bisogno come Cristiana, come essere umano.
Ho bisogno di emozioni belle e buone, di quelle che cammini un po’ imbambolata e non senti nulla se non il cuore leggero, la mente che vaga e lo sciabordio dell’acqua.
Ho fatto 40 minuti di fila per salire sul pontile (neppure molti se paragonato all’esperienza di alcuni padiglioni di Expo2015), un po’ di più nei tratti su Monte Isola (l’isola ha strade molto strette, la circolazione dei veicoli è limitata a veicoli d’emergenza e di uso pubblico, la gente qui cammina e va in bici), ma non ho assistito a scene di astio né di schiamazzo particolare.
Qualcuno si lamentava per il caldo, qualcuno borbottava per qualche furbetto da coda, ma, per dire, rispetto a quanto ho visto a Salone del Libro di Torino 2016, una passeggiata.
Forse l’esperienza di “camminare sulle acque” era talmente intensa da rasserenare gli spiriti.
Sui pontili ho visto solo sorrisi, risate e gente che fotografava sé ma anche l’ambiente circostante.
Non ho sentito bimbi, e ce n’erano, piangere istericamente, come mi accade spesso a Milano.
Persino i cani, ammessi a passeggiare, erano docili e sgambettavano in totale relax.
Magari non è arte, magari tra 2 mesi non ce ne ricorderemo, magari ha ragione Daverio e “è una sagra di paese”, ma se per emozionarci basta questo (e non è poco), a me vanno bene “The Floating Piers” come le sagre di paese.
Tutto perfetto, allora?
Come sempre “no” e da brava acida ho due cosucce che non mi sono andate giù:
- Perché portare infanti e cani a sopportare la fila di 40 minuti o più sotto il sole?
- Le file e il caldo possono scatenare “la bestia” dentro ognuno di noi.
Ma anche se la bestia non si fa viva in modo vocale con urla e imprecazioni, il lato “bestia” non riusciamo mai a nasconderlo: t-shirt e camicie si devono necessariamente togliere anche se il pancino di “ino” non ha neppure l’ombelico e assomiglia più a un mappamondo con mappa geografica (rilievi montuosi e fiumi ben in evidenza mi raccomando) e tu ti trovi, giocoforza, con il tuo braccio a contatto di “maglioni” di peluche che celare sotto un tessuto, per quanto leggero, non era solo decorso, ma pure igienico.
Ditemi davvero, cari signori: la t-shirt di cotone era così insopportabile e con peli, balze di ciccia e
gocce di sudore in vista state meglio?
Alcuni link utili:
Il Liberty a Sarnico
Il Romanino a Pisogne
La pagina Facebook dei fans
La pagina Facebook ufficiale
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