Le Scuole di Venezia non sono frequentate né da scolari né da studenti, ma da appassionati di arte e di bellezza che trovano qui le opere di alcuni tra i più noti pittori che siano giunti e abbiano operato nella Serenissima: Tintoretto, Carapaccio, Sansovino, Tiepolo, Tiziano, tutti hanno lavorato nelle Scuole di Venezia.
Cos’erano le Scuole di Venezia?
Confraternite, unioni di cittadini facoltosi ma spesso non nobili e estromessi dal governo della città che si riunivano per interessi di tutela, sostegno, supporto e carità.
Le Scuole, alcune in particolare, come quella di San Rocco, divennero così potenti che i suoi confratelli furono spesso invitati a presenziare nelle cerimonie pubbliche della Repubblica e a ricoprire ruoli rilevanti.
Alcune, oggi, sono solo luoghi d’arte, ma altre mantengono le loro funzioni e i loro cerimoniali come la Scuola Grande di San rocco o la Scuola Dalmata di San Giorgio, San Trifone e San Giacomo.
Vi racconto perché dovreste visitarle se amate l’arte:
La Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco: il regno di Tintoretto
La scuola più ricca e preziosa di Venezia lascia davvero a bocca aperta, soprattutto se siete appassionati della pittura di Tintoretto, dei suoi contrasti, dei movimenti azzardati dei corpi (Sartre, il filosofo francese, ha scritto che, un secolo prima di Newton, Tintoretto aveva scoperto la “gravità” dei corpi), del suo rosa polveroso.
Come tutte le scuole, entrerete nella Sala Principale a terra in cui potrete ammirare i teleri di Tintoretto dedicati sia al Vecchio che al Nuovo Testamento: io vi suggerisco di non perdere “La strage degli innocenti”, perché lì è evidentissimo il discorso di Sartre circa la “gravitas” dei corpi. Trovo anche divertente “L’Annunciazione” per via del disordine del lato sinistro del telero: pezzi di legno e utensili da falegname abbandonati ovunque. Ben lontano dall’armonia e dall’eleganza di altre annunciazioni, come quella, ad esempio, di Leonardo.
Salirete poi nella Sala Capitolare della Scuola e non potrete non restare a bocca aperta: oltre al soffito completamente affrescato con storie del Vecchio Testamento (“Erezione del serpente di bronzo”, “La Manna”, etc) ammirate gli stipiti degli armadi e le figure allegoriche oltre alla storia di San Rocco scolpite nel legno da Giovanni Marchiori.
Bellissima anche la “Crocifissione” che si trova nella Sala dell’Albergo che è la sede del governo della Confraternita della Scuola di San Rocco, dico è perché la Confraternita è ancora attiva: al piano terra, dietro alla biglietteria trovate infatti la lista degli attuali “fratelli”, compresi quelli d’onore tra cui la scrittrice Melania Mazzucco che a Tintoretto e a sua figlia Marietta ha dedicato un bellissimo romanzo, “La lunga attesa dell’Angelo”, in cui narra sia la vita di Tintoretto, e le sue lotte per diventare il migliore, sia quella della di lui figlia illegittima, pittrice a sua volta, oggi ormai dimenticata (vi sono però due sue opere in giro, una al Prado e una agli Uffizi).
Per dare un’idea delle “lotte” di Tintoretto nella Venezia del Cinquecento, vi basti sapere che nel 1564 la Scuola di San Rocco bandì una gara con l’intento di ricevere i disegni della possibile decorazione pittorica del soffitto della Sala dell’Albergo.
Tintoretto batté tutti, con uno strattagemma fece trovare già sul soffitto l’ovale rappresentante “Il trionfo di San Rocco”. Quando gli fu contestata la manovra, rispose che lui dipingeva così, non faceva disegni e che se il dipinto non andava bene poteva essere rimosso e se invece la contestazione era legata al pagamento, lui non voleva nulla.
Fu l’inizio di un sodalizio tra la scuola e Tintoretto che durò più di 20 anni e portò a più di 60 teleri dipinti dal pittore.
Scuola Grande di San Rocco
Accesso € 10
La Scuola della Misericordia:”il più superbo edificio d’Italia”
Così Giorgio Vasari definì la Scuola Grande della Misericordia a Venezia.
Edificata in più battute, l’impianto che ricorda le grandi basiliche romane risale a Giacomo Sansovino che arrivò a Venezia dopo il “Sacco di Roma” e che ottenne la fiducia, e quindi la commissione per il progetto di ampliare la scuola, dal doge Andrea Gritti.
Sansovino morì senza vederla ultimata e ci vollero duecento anni perché la Scuola Grande della Misericordia fosse poi terminata.
Giusto in tempo per la fine della Serenissima.
La Scuola venne soppressa, infatti, con la caduta della Repubblica nel 1797 e da quel momento divenne quartiere militare, archivio di stato, sede della società di ginnastica Reyer e campo di partite di pallacanestro (esistono foto dei giocatori che vanno a canestro tra gli affreschi…solo in Italia).
Il 23 aprile 2016 la Scuola della Misericordia è stata riaperta, restaurata e pronta ad accogliere visitatori meravigliati dalle sue dimensioni, dai suoi spazi e dalle mostre.
Fino al 25 marzo 2016, il piano terra era occupato dai volumi delle sculture del maestro veneziano Meggiato che vi aveva disposto sfere e altre forme in bronzo, vetroresina e aveva creato una commistione interessante e felice tra moderno e antico.
Sono molto curiosa di scoprire quale sarà la prossima esposizione e quindi la prossima ragione per andare a godere della bellezza di questo luogo.
Scuola Grande della Misericordia
ingresso € 5
Verificare aperture, perché possono variare per motivi eccezionali (la scorsa settimana ha chiuso sia lunedì che martedì, ad esempio)

San Giovanni che uccide il drago, telero di Carpaccio alla Scuola Dalmata di San Giorgop e Trifone a Venezia
La Scuola Dalmata di San Giorgio, San Trifone e San Giacomo: il gioiello
Non ne avevo mai sentito parlare, poi ho trovato un tweet di @DetourismVenice che parlava, appunto, della Scuola Dalmata e del ciclo di Carpaccio. Conoscete Vittore Carpaccio? E’ stato definito il pittore italiano più colto ed elegante del Quattrocento.
Le sue opere sono in tutti i musei del mondo.
Io ne sono follemente innamorata.
Così, in un pomeriggio di sole primaverile, mi sono avventurata in una parte poco nota di Venezia e ho scoperto la Scuola Dalmata di San Giorgio e San Trifone e…non volevo più uscire.
Piccola e raccolta rispetto alle altre due scuole che vi ho raccontato sopra, e alle altre che vi racconterò, la scuola ha però le pareti della sala a piano terra totalmente coperte da opere di Carpaccio e perdersi nei suoi dettagli, nei fiori, negli animali, nelle architetture, nelle vesti dei suoi personaggi è meraviglioso.
Di certo, se avete bimbi a seguito, li potrete far acquietare mostrando le due tele dedicate a San Giorgio e al drago. Un draghetto che, soprattutto nella seconda tela, vorresti pregare il prode San Giorgio di risparmiare tanto è mansueto e piccino.
Se siete un po’ avvezzi all’arte veneziana, non potrete non riconoscere le architetture e le vesti delle persone nelle tele di Carpaccio come ispirate e suggerite da Giovanni Bellini, soprattutto dalla “Predica di San Marco a Alessandria d’Egitto” conservata alla Pinacoteca di Brera.
Ma sono proprio i dettagli disseminati magistralmente a farmi impazzire: sono certa che ogni pianta, ogni fiore, ogni animale, vero o di fantasia, sia stato posizionato da Carpaccio per un motivo preciso e l’idea che abbiamo ormai perso la simbologia e che non riusciamo a leggere la maggior parte dei simboli, mi fa impazzire.
Bellissimo ed elegantissimo nei colori, nelle figure, nell’atmosfera anche il “Battesimo dei seleniti ad opera di San Giorgio” con il suo pappagallo rosso, il levriero bianco, il turbante tutti in primo piano.
Sempre se avete i bimbi che non vedono l’ora di uscire, ammansiteli mostrando il basilisco, ovvero la figura mitologica che rappresenta il re dei serpenti e che può impietrire se solo lo si guarda. Il basilisco, in forma di draghetto/lucertolone, tormentava la figlia dell’imperatore romano e San Trifone la libera da questo mostriciattolo: un vero eroe.
Io potrei stare ore a ammirare le opere di Carpaccio, ormai l’avete capito.
Però, se volete davvero andare, controllate gli orari perché non sempre le aperure sono “ortodosse”.
E qui trovate una bellissima spiegazione della storia di questa scuola ancora operante e ristrutturata recentemente.
Scuola Dalamata Santi San Giorgio, San Girolamo e San Trifone.
Accesso € 5
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