Nonostante sulla mia carta di identità ci sia scritto che sono nata a Napoli, per fortuna non conosco ancora tutto di questa meravigliosa città. Spesso quando mi fanno alcune domande sulle tradizioni napoletane, mi trovo, un po’ impacciata, ad inventare risposte o a glissare clamorosamente. Questo è quel che mi è successo quando la mia amica Cristiana mi ha chiesto di raccontarle della tradizione dei presepi di Napoli. Ma visto che non mi piace fare brutte figure e la mia amica sembrava davvero interessata, ho infilato il cappotto e messo le scarpe, e sono andata ad informarmi.
Si, vero, qualcuno avrebbe potuto dire: Googlare no?
Io dico di no. Quando le risposte te le possono dare persone meravigliose come Giovanni, le scoperte non possono deludere. Vi ho incuriosito?

Rappresentazione dell’Arcangelo Gabriele in uno dei presepi esposti nella Bottega Ferrigno, in Via San Gregorio Armeno, Napoli – Fotografia di Marco Compagno
Come nasce il Presepe?
Il primo che nella storia ha pensato di riprodurre la natività, utilizzando un gruppo di amici vestiti da pastori, fu il caro San Francesco d’Assisi nel 1223. Dopo questa memorabile celebrazione, l’idea del presepe è mutata molto, assumendo svariate forme, prima tra tutte quella artistica.
A Napoli, nello specifico, la concezione del presepe è stata profondamente modificata: dall’essere espressione della “sola” natività, il presepe è diventato rappresentazione di vita, di luoghi, di credenze e significati. Qui, possiamo ammirare una reale trasformazione della rappresentazione presepiale dove Betlemme si veste da Napoli ed il passato viene plasmato dal presente.
Dai soli Giuseppe, Maria e il bambin Gesù, il presepe si è ritrovato ad essere affollato da tanti altri pastori, a volte centinaia, e a rappresentare momenti di vita quotidiana: dall’oste che serve il vino, alla massaia che rincorrere le galline nel suo cortile, al pastore con le sue pecore.
A Napoli il presepe è diventato arte e tradizione, ed il Settecento ne è la sua massima espressione. A questo periodo risalgono veri e propri capolavori della tradizione napoletana, come, ad esempio, il Presepe Cuciniello. Questa opera d’arte è uno dei presepi “colti” più famosi al mondo. E’ costituito da circa 800 pezzi, collezionati proprio da Michele Cuciniello e da lui assemblati all’interno del Museo della Certosa di San Martino, dove è tutt’ora conservato. Se siete in visita a Napoli non potete perdervi questo spettacolo! Per raggiungere la Certosa di San Martino, nel cuore del quartiere Vomero, potrete utilizzare la Funicolare di Montesanto (fermata Morghen), oppure la Metropolitana Linea 1 (fermata Piazza Vanvitelli).
La tradizione dei presepi e l’artigianato
Ma ritorniamo alle mie scoperte sulla tradizione dei presepi napoletani..per raccogliere le informazioni di cui avevo bisogno, non potevo che recarmi al centro storico di Napoli. Tra vicoli stretti e odore di bucato appena steso, arrivo a San Gregorio Armeno, la casa del presepe a Napoli. Una stradina di circa 600 metri, piena di piccole botteghe popolate da artigiani, che nelle loro mani custodiscono i segreti di una tradizione che risale al 1700.
Sbirciando dalle vetrine e tra le porte socchiuse, vengo catturata dall’immagine di Giovanni, intento a lavorare all’interno della Bottega Ferrigno. Avrà una cinquantina d’anni, è seduto alla sua scrivania, nella sua mano sinistra una gamba di legno di circa 5cm, nella sua mano destra un pennello pronto a darle colore.

Giovanni all’interno della sua bottega, intento a lavorare ad uno dei suoi prossimi pastori – Fotografia di Marco Compagno
Spiego a Giovanni che ho proprio bisogno di sapere qualcosa di più sulla tradizione dei presepi, e lui, da buon napoletano, non perde l’occasione per raccontare.Per iniziare, ci tiene a chiarirmi che un vero presepe napoletano è completamente fatto a mano. Ogni piccolo dettaglio è frutto di giorni di lavoro e ogni pezzo non sarà mai uguale ad un altro.
Queste statuine di circa 40-50cm, hanno una testa di terracotta, gli occhi di vetro per conferire allo sguardo una luce reale, gli arti in legno ed un corpo di ferro e corda. Ogni pastore ha un vestito diverso in base al suo ruolo e differenti sono i tessuti utilizzati, mi dice: dal cotone alla canapa, dalla seta al merletto.
Ogni pastore del presepe è intento a compiere un’azione ben precisa e, nonostante sia una rappresentazione statica e ferma, la cura nei dettagli trasforma questo paesaggio inanimato in un villaggio pieno di vita.

Dopo tanta lavorazione, le teste dei pastori, in terracotta, con i loro occhi in vetro, sono terminate – Fotografia di Marco Compagno
Dopo avermi descritto i pastori, passa allo scoglio, il grande pezzo di sughero e legno che ospita i suoi personaggi e i loro luoghi. Ogni elemento del Presepe ha il suo significato e vuole dirci qualcosa: le colonne romane semidistrutte sono espressione della fine della cultura pagana e l’avvento del cristianesimo, la fontana rappresenta la purificazione, e il pozzo il collegamento tra il nostro mondo e l’aldilà.
Nel presepe si ritrovano anche molti contrasti, primo fra tutti quello tra Sacro e Profano. Se da un lato, mi racconta Giovanni, abbiamo la nascita di Gesù, venuto in terra per la salvezza della nostra umanità, dall’altro abbiamo la taverna, che simboleggia i peccati e la perdizione dell’uomo, che insegue i piaceri terreni.
Chi crea i presepi non si improvvisa, mi dice ancora Giovanni, è un’arte, quella del presepe napoletano, tramandata di generazione in generazione, ed è espressione viva della nostra tradizione. Lui, ad esempio, non potrebbe fare altro che questo, è nato per creare pastori, era la sua storia ancor prima che nascesse.
Attualità VS Tradizione
Se vi ritroverete a camminare per San Gregorio Armeno, il vostro sguardo non potrà non essere colpito dalla presenza di personaggi della società contemporanea accanto ai presepi tradizionali esposti.
Infatti, anche se i nostri artigiani continuano a riprodurre la Napoli del 1700, tra le loro mani prendono vita anche immagini di calciatori, politici e cantanti dei giorni d’oggi.
Come forse alcuni di voi sapranno, la passione per il calcio scorre nelle vene dei napoletani. Per tal motivo, tra le statuine di San Gregorio Armeno potrete trovare le migliori riproduzioni di Diego Armando Maradona, ma non mancheranno anche riproduzioni di Giuseppe Conte o Donald Trump, della famiglia reale inglese o di Pino Daniele.
Tuttavia, questo non deve confondere: questi personaggi non hanno nulla a che fare con la tradizione dei presepi, sono solo dei simpatici souvenir che i nostri artigiani creano per i turisti, che magari non hanno voglia di pensare già al presepe ad agosto, quando sono in vacanza a Napoli.
Ma non immaginate di trovare Freddie Mercury nella mangiatoia o Trump seduto a bere vino nella taverna, anche se..sarebbe divertente!

Piccoli pastori del presepe ma anche riproduzioni di calciatori e corni porta fortuna, tra le botteghe di Via San Gregorio Armeno – Fotografia di Marco Compagno
Sapevi che esistevano dei presepi così piccoli?
Se avete seguito i miei consigli e siete venuti a fare un giro per i vicoli del centro storico di Napoli, bèh datemi un altro pizzico di fiducia, e fatevi portare in un posto piccolo, con piccole opere di immensa arte: il Museo dei Presepi più piccoli del mondo, il Museodivino. Per arrivarci potrete prendere la Metropolitana Linea 1 (fermata Università), oppure la Funicolare di Montesanto (fermata Montesanto).
Il Museodivino custodisce al suo interno minuscole opere d’arte, frutto di tanta concentrazione, pazienza e creatività.
Intarsiate all’interno di gusci di uova o noci, ma anche incisi su piccoli semi di ciliegia, le più belle e piccole natività create dal sacerdote Antonio Maria Esposito. Per osservare le sue opere è necessario prendere una lente di ingrandimento, di modo da notare le sue stelle e le sue palme e i suoi minuscoli ma dettagliatissimi personaggi. Le guide di questo museo sono estremamente preparate e gentili e sono certa che capiterà anche a voi di innamorarvi di questo mini-mondo davvero magico.
Claudia Comella Angelanon delude ,in ogni campo, anche in questa carrellata sulla tradizione del presepe napoletano c’è passione, amore per la sua città impegno e determinazione.Collaborata poi da Marco ,per le fotografie , hanno fatto insieme un’ottimo lavoro.
Ciao Angela,
Sono felice che l’articolo ti sia piaciuto e sia riuscita a trasmetterti passione e amore per le tradizioni napoletane.
Ti aspettiamo presto a Napoli per portarti nelle botteghe di San Gregorio Armeno.
Buone feste!
Claudia
Grazie Claudia, il tuo articolo mi ha trasportata in questa meravigliosa città dove sogno di tornare presto. Non conoscevo il Museodivino e lo metterò sicuramente in lista, per arricchire di magia la prossima visita.
Ciao Sara,
Sono davvero felice di averti trasportata di nuovo tra i colori e i sapori di Napoli.
Il Museodivino è davvero un’esperienza da non perdere, fammi sapere cosa ne pensi poi!
Grazie ancora per aver dedicato il tuo tempo per leggere il mio articolo.
Auguri di buone feste e un 2021 pieno di viaggi.
Claudia
Casualmente nel periodo di Natale mi sono imbattuto nel tuo articolo dovendo spiegare a mio figlio la tradizione del presepe e grazie a te ho scoperto il Museodivino, Non ne conoscevo la sua esistenza… conto di portarci quanto prima i miei bambini…dal sito ho appreso che è aperto tutto l’anno, tutti i giorni fino alle 23.30. grazie ancora
Antonio
Antonio, grazie mille!
Mandaci qualche foto del Museo se poi vai con i bambini e un tuo commento.
Grazie per averci letto