Il Moderna Museet, aperto dal 1958, è a Skeppsholmen, una delle 14 isole che compongono Stoccolma.
Già arrivarci è una meraviglia: ponti in legno sospesi su canali, acque di blu cobalto, cieli puri, aria frizzante (da settembre possiamo iniziare a dire fresca per poi arrivare a fredda, suvvia) e poi si arriva lì davanti
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Dedito alla raccolta e alla conservazione di opere del 20° e 21° secolo, il Moderna Museet è tutt’altro che un paludoso e polveroso contenitore di quadri o installazioni.
E’ invece un percorso tra stupore e fantasia, tra funghi enormi che ricordano il cartoon di Walt Disney, questi sono di Carsten Höller, spazi per sedersi e leggere e visitatori intenti a lasciarsi stupire e a fantasticare.
Squarci di colore su muri bianchi: dal “Moroccan Landscape” di Henri Matisse alle “Improvisation” di Kandinsky e anche la scultura è di Matisse
Che dire: io su questa parete mi sono arenata e le blogger di #sivastoccolma hanno dovuto recuperarmi.
Il bello di visitare i musei è che scopri artisti e opere che non conoscevi: questa bellissima e dolcissima figura dai colori del mare, tra il verde e il grigio, è un’opera di Siri Derkert, una pittrice e scultrice svedese nata alla fine dell’Ottocento e che ha avuto una vita intensissima.
Solo per dire, lei sollevò le studentesse d’arte alla Royal Academy di Stoccolma perché anche le ragazze potessero dipingere i modelli maschili dal vivo.
Capito il carattere?
E poi come non innamorarsi degli spazi liberi per fermarsi, sedersi, leggere libri d’arte. Altro che i “Divieto di…” che campeggiano nei nostri musei e non solo.
Ah, ovviamente qui è anche possibile fare fotografie alle opere.
Il mio dubbio su perché qui sì e là no, cioè perché in alcuni musei si possano fare fotografie ai quadri e in altri no, continua. Premi a chi mi svelerà il segreto.
Questa è invece una parte dell’installazione “I Fantasma” di Adrian Villar Rojas: un intero piano illuminato e rialzato con oggetti di uso quotidiano, come scarpe da ginnastica, modellini in argilla cotta, sassi colorati e molto altro.
Questa scultura è chiamata affettuosamente “Torta di nozze” dai visitatori, ma in realtà è “Le modèle rouge” di Vladimir Taitlin. Doveva rappresentare il cammino dell’uomo verso il progresso e essere enorme: al suo interno un centro di informazione, un centro per eventi e molto altro.
E’ diventata nota come “Torta”: i capricci della storia.
Le mie preferite sono però le Nana di Niki de Saint Phalle: allegre, tonde, spensierate, in movimento.
E se volete fare un’immersione magica nel mondo di Niki de Saint Phalle, visitate il suo Giardino dei Tarocchi …dovrete però tornare in Italia, eh!
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