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Conoscete davvero le isole della Laguna di Venezia?

19 Settembre 2015 di Cristiana Pedrali 2 commenti

Venezia non è solo Piazza San Marco, il Ponte di Rialto o il Ponte dei Sospiri.
C’è di più: ci sono le isole della Laguna.
Isole più o meno grandi, alcune abitate, altre no, alcune visitabili, altre no, alcune che possiamo vedere mentre altre sono scomparse (San Marco in Boccalama, ad esempio), alcune private e alcune in vendita al miglior offerente.
Queste sono tre tra le sue isole più note e da cui potete partire per regalarvi una vista diversa della laguna.

Torcello, la selvaggia

Torcello è senza dubbio, fino ad ora, l’isola della laguna che preferisco. Mi illudo che mi somigli, o che io somigli a lei.
E’ piccola, selvaggia, forse poco accogliente rispetto alle altre che ho visitato fino a oggi, ma se non pretenderete i colori di Burano e i manufatti in vetro di Murano e se vi avvicinerete con calma e con lo spirito sgombro da aspettative, questa piccoletta vi ammalierà.
Dal piccolo porticciolo unico si procede verso l’interno seguendo una strada che è davvero solo un sentiero a ridosso del canale.
Lungo le rive qualche muretto “sgarruppato” che un archeologo un giorno mi ha detto esser spesso su tracciati di precedenti recinzioni molto più antiche e fatto con materiali di recupero dalle stesse.
A un certo punto, in corrispondenza dei tre unici ristoranti dell’isole, se si esclude la famosa Locanda Cipriani, c’è un ponte, noto come Ponte del Diavolo, perché a dorso d’asino e senza protezioni.
Proseguendo arriverete nella piccola corte su cui si affaccia la locanda, ma soprattutto la Cattedrale di Santa Maria Assunta (circa Seicento dopo Cristo) con i suoi mosaici bizantini, l’oro delle sue decorazioni che avvolge tutto in una calda luce e un enorme “Giudizio universale” con un Satana terribile che dilania i corpi dei dannati.
Accanto alla Basilica c’è la minuta Chiesa di Santa Fosca a pianta circolare e davanti alle due c’è il piccolo Museo Archeologico di Torcello, poco noto. Dedicategli una breve visita e scoprirete che Torcello, Torcellium, era un centro fiorente e importante, altrimenti perché costruirvi una Basilica così grande e preziosa?
Ma di Torcello mi piacciono soprattutto le erbe alte e non addomesticate, i fiori ribelli che spuntano a destra e a manca senza ordine, gli uccelli che volano bassi e si nascondono nelle sterpaglie alzandosi in volo quando qualche visitatore si avventura fuori dal sentiero e lo sciabordio delle poche barche di dimensioni minute che si avventurano lungo il canale.
Un giorno mi fermerò qui con una valigia di libri che ho sempre voluto leggere e che non ho ancora letto e mi lascerò guidare da qualche uccellaccio per trovare uno spiazzo in cui iniziare la prima pagina.

Burano, l’isola del merletto

Quando ammirate delle fotografie con piccoli edifici a due piani ammassati gli uni agli altri e dai colori scintillanti che vanno dal verde menta, al rosso ciliegia e al blu piuma di pavone, state già ammirando Burano.
Le case dei pescatori sono infatti una gioia per chi ama i colori e ne trae energia, come me.
Un tempo lo facevano per ragioni apotropaiche (bella parola eh? Me la sono fatta dire da un esperto di cose veneziane. Scrivo anche per imparare). In parole semplici, i colori dovevano scacciare i demoni e la sfortuna.
Oggi, non credo sia questo il motivo, o per lo meno non è il motivo principale.
I colori delle case di Burano sono senza dubbio un ‘attrattiva per noi turisti e lo dico senza polemica, anzi sottolineando come davvero la cura del proprio patrimonio territoriale sia un investimento proficuo.
Assolutamente da visitare il Museo del Merletto che si trova nella pizza principale, piazza Galuppi anche per chi non è appassionato di questa lavorazione perché attraverso il merletto e la lavorazione “a fusetti” e “a ago” si scopre un mondo diverso dal nostro e che appare lontanissimo, ma non lo è in termini di anni. Un mondo in cui alla nascita di un erede reale le merlettaie preparavano corredi per il bébé e ne facevano dono come se fosse, per loro, un enorme privilegio.
Ma soprattutto, programmate la vostra visita bene e contattate il museo per assicurarvi di assistere a un piccolo capolavoro come è successo a me: dopo pranzo, in un angolo inondato dal sole in cui c’erano alcune file di sedie in legno, è comparsa una vecchia signora con una borsa da lavoro, quasi una ventiquattrore mi verrebbe da dire.
Elegante e composta si è seduta incurante di me e ha preso a lavorare il suo merletto.
Dita lunghe, eleganti seppure alcune nodose, sguardo fisso sul suo lavoro e chiacchiera pronta per scambiare le notizie del giorno con la custode. Ovviamente in “veneziano” o forse addirittura “buranese”, un suono allegro e scoppiettante di “xé” a me comprensibile quanto il finlandese.
Impossibile scattare una foto: certi momenti ti colgono alla sprovvista e ti paralizzano. Ogni movimento potrebbe far svanire inopportunamente la magia.

Murano, quando eravamo artisti e felici

E’ l’isola che, ad oggi, mi è piaciuta meno.
Masse di turisti, tra cui io, prendono di mira i suoi porti per ammirare il vetro di Murano e le famose murrine, quei vetri al cui interno ci sono gocce di colori che paiono caramelle deliziose.
Sbarcata al porto di Murano Serenella, non ho potuto perdere la dimostrazione di come si lavora la pasta di vetro (ottenuta miscelando e fondendo silicio, carbonato di calcio e altre sostanze) alla Fornace Guarneri, a pochi passi dal molo.
La dimostrazione è a pagamento (circa € 2 per persona) e dura circa 20 minuti per vedere passare una massa trasparente informe in piccole opere in vetro trasparente. Vedere con che facilità e maestria il maestro vetraio, un ragazzo di evidenti origini asiatiche, soffiava, aggiungeva leggere colate trasparenti che a breve sarebbero divenute manici e decorazioni in rilievo alla piccola brocca, è stato emozionante.
Questa è un ‘arte che si è tramandata da secoli da maestro a maestro e che il mondo ci invidiava.
I lampadari usciti dalle fornaci veneziane abbelliscono le sale da ballo o dell’incoronazione di palazzi cittadini e di palazzi reali nel mondo (il Palazzo Reale di Madrid, il Queluz poco fuori da Lisbona per citarne alcuni).
Così, devo dirvi che il punto più interessante della visita a Murano è stata la visita al Museo del Vetro che si trova in Fondamenta Giustinian.
Le sale sono ampie e luminose e l’allestimento curato ammaglia anche chi non ha molta passione per vetri e ninnoli vari. Eppure davanti a certe opere ardite, a certi vetri sottili e ai pannelli che spiegano le mille e una tecnica è difficile non farsi prendere dalla bellezza di questi oggetti così fragili ma così preziosi che nonostante tutto, acqua alta, guerre, cadute legate a disattenzione oggi sono qui esposti, magari a più di 500 anni di stanza dalla loro fattura, come ad esempio la Coppa Barovier.
Nota curiosa: Barovier è stato il primo maestro vetraio a creare il vetro trasparente, limpido, quello che per noi è il vetro per antonomasia. Fino al 1400, per via dei minerali che erano sempre miscelati al silicio, il vetro non era mai stato totalmente trasparente.
Il museo racconta la storia del vetro e, necessariamente, dei maestri del vetro, delle dinastie che si passavano i trucchi della lavorazione e di quegli imprenditori che rischiavano chiedendo a designer che forse poco sapevano del vetro di disegnare, creare per loro e con loro.
Un periodo fertilissimo, quello tra gli anni ‘60 e ’70, in cui l’estro creativo dei nostri designer si declinava in mille e un materiale, in mille e un esperimento e quindi anche nel vetro.
Ammirare le creazioni di Carlo Scarpa, di Fulvio Bianconi, di Ludovico di Santillana è un ‘esperienza inebriante anche se non siete appassionati né del vetro né del design.
Quello che inebria e fa riflettere è la passione, la dedizione, la voglia di provare, di fare e di innovare che forse, oggi, manca un po’ a tutti noi.

In breve:

Per arrivare a Murano, Burano e Torcello prendere il vaporetto da Fondamenta Nuove.
Il biglietto costa € 7,50 e dura 75 min.
Meglio scegliere gli abbonamenti se non state facendo un mordi e fuggi ma vi fermate in Laguna e a Venezia per almeno 2 giorni
Cliccate qui per vedere le opzioni

Museo Archeologico di Torcello:
Piazza Torcello, Torcello
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17/18
Chiude 21.11, 25.12, 01.01 e 01.05
Biglietti da € 1.50 per bambini
€ 3 biglietto intero
Visita il sito del Museo Archeologico di Torcello

Museo del Vetro:
Fondamenta Giustinian, Murano
Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 17/18
Chiude 25.12, 01.01 e  01.05
Biglietti da € 7.50 per soci FAI e altre convenzioni
€ 10 biglietto intero
Visita il sito del Museo del Vetro

Museo del Merletto:
Piazza Galuppi, Burano
Chiude 25.12, 01.01 e 01.05
Biglietti da € 3.50 per soci FAI e altre convenzioni
€ 5 biglietto intero
Visita il sito del Museo del Merletto

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Categoria: ITALIA, Nord Tag: arte, I miei luoghi del cuore, Viaggi, Week end

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    19 Dicembre 2015 alle 2:08 pm

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  2. San Valentino a Venezia: 10 posti per dirsi "Ti Amo" - Viaggevolmente ha detto:
    6 Febbraio 2017 alle 8:12 pm

    […] avete già letto qualche mio post sulla Serenissima e le sue isole, saprete che io ho un debole per l’isola di Torcello: piccola, selvaggia, un […]

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