Sono di un ‘ignoranza abissale in storia dell’arte.
Ad essere sincera non solo in quella, ma in tale ambito la mia ignoranza mi secca più che in economia o in fisica.
Se conosco qualcosa è legato al mondo occidentale, sull’oriente il vuoto assoluto.
Così quando a Venezia ho deciso di andare a vedere la mostra dedicata a V.S. Gaitonde, artista indiano, non sapevo proprio cosa spettarmi nonostante il bel video dedicato a V.S. Gaitonde della curatrice.
Beh, forse qualcosa mi aspettavo ma non è per nulla quello che ho trovato.
Mi aspettavo un mondo di colori forti e caldi.
Un mondo di animali esotici e donne dai grandi occhi.
Insomma, la favola del lontano Oriente.
E invece.
Ma forse è meglio che vi faccia vedere le immagini che mi sono portata via (in fotografia, spostare certe sue tavole sarebbe stato ben difficile)
Appena l’ho vista ho pensato al capolavoro che ha dato il nome a un intero movimento, e che movimento, ovvero “Impression. Soleil levant”
Ma siamo già sulla linea del non oggettivo
Reduce poi dalla mostra “Tamara De Lempicka” a Verona (avete ancora tempo per andare a vederla e qui vi racconto del mondo di Tamara De Lempicka), non ho potuto non restare colpita da “Senza Titolo” in cui ci sono le sagome di due donne in verde acido, giallo e arancio. Mi piace moltissimo, non so bene perché.
A voi piace?
Nel 1959 Gaitonde passa allo stile non oggettivo
Nel 1961 è il monocromatico che lo affascina e numerose sono le sue tele in cui c’è un solo colore su una tavola di dimensioni importanti.
Questa è davvero ammaliante.
Ma anche sul “bianco” Gaitonde lascia incantati, vero?
Morris Graves ha scritto che quelli di Gaitonde sono “the most beautiful landscapes of the mind and light composed with great simplicity”.
In effetti, a partire dagli anni ’60 Gaitonde sviluppa un interesse per il Buddismo e per la calligrafia che spiega la sua ricerca minimalista.
Questo “albero” è davvero incredibile, quasi un ‘opera di filigrana.
Gaitone delle sue opere diceva che non erano altro che “un riflesso della Natura”.
Nel 1984 ha un incidente. Si riprende, ma le tele enormi di un tempo non sono più per lui, eccolo su formati più piccoli, quasi intimi.
A Venezia Gaitonde ha esposto alle Biennali:
- Biennale Arte Venezia 1954
- Biennale Arte Venezia 1962
Ma il suo nome e la sua arte sono apprezzati anche in USA e il Moma (Museum of Modern Art, New York)acquista alcune sue opere
Muore nel 2001lasciandoci opere che sembrano enigmatiche ma che colpiscono al cuore perché parlano tramite forme elementari e colori che riconosciamo immediatamente senza bisogno di intermediazioni di nessuna sorta.
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