Sono passata da <Io via da Milano prima dell’Expo2015> a <Speriamo che passi presto questa buriana> a <Chissà com’è? Quando ci andiamo>.
Così in un Venerdì sera di maggio ho trascinato la mia collega a Expo2015 in quel di Rho Fiera, per scoprire che …
Prima tappa: la metro
Se ha un biglietto urbano o qualsiasi forma di abbonamento urbano puoi evitare di acquistare un biglietto per Rho Fiera ex novo. Devi acquistare l’integrazione.
Per farlo ci siamo affidate, alla fine (noi, girlpower di ‘sti ciuffoli), a un assistente dell’ATM che ci ha aiutato (diciamolo, ha fatto lui i due integrativi).
Così abbiamo scoperto che il trucco è inserire prima il titolo di viaggio in tuo possesso e solo così la macchina consente di vedere e acquistare i supplementi.
Io avevo provato già tre volte a cercare tra le varie opzioni proposte l’integrativo, ma senza risultato.
Arrivate a Rho Fiera (non si può sbagliare, è il capolinea) trovare gli sportelli per acquistare il mitico biglietto serale a € 5,00 è stato facile: le indicazioni sono chiare sia in metropolitana che fuori.
Seconda tappa: biglietteria e controllo sicurezza
Incredibile a dirsi, nonostante un afflusso notevole, ci sono numerosi sportelli e in meno di tre minuti acquistiamo gli ingressi e siamo in possesso di mappa Expo (è gratis!)
Anche al controllo sicurezza tutto liscio: la fila si smaltisce velocemente e lo staff è sorridente.
E finalmente siamo in Expo.
Terza tappa: l’imbarazzo della scelta
Io sono in fase “ordine, please” e la mia collega, invece, è nella fase “Per dieci minuti” by Chiara Gamberale ovvero ha deciso di lasciare che la vita la sorprenda con cose nuove per almeno dieci minuti al dì e quindi nessun spazio all’organizzazione: si va a braccio.
e lasciamo che sia il caso a guidarci quindi, e il caso ci porta in Bahrain.
La costruzione è bianca, c’è del verde che spunta e ci facciamo rapire dal regno del Bahrain.
Quarta tappa: Bahrain, il giardino dell’Eden
Il percorso interno si snoda tra aree verdi. I pannelli esplicativi (però scritti in bianco su bianco non sono il massimo, sappiatelo) ci raccontano che Bahrain significa “Due mari” e che il territorio, grazie a immense riserve di acqua dolce, ha una vegetazione e un’agricoltura floride e rigogliose.
Così nel Padiglione del Bahrain ci sono specie di piante che fioriranno, alternativamente, per tutti e sei i mesi dell’Expo. Certo, oggi si vede un po’ poco: le piante sono sottili, qualche pianta di limone è in fiore e qualcuna porta anche dei frutti. Ci sono anche le piante di papaya che sono sottili e alte. Io credevo che fossero più delle piante a cespuglio. Invece, no.
Però il giardino dell’Eden nel mio immaginario è fatto in modo diverso. Avrò un immaginario falsato dalle favole che mi raccontava la mia nonna e dalle immagini del Sandokan della RAI.
Uscire dal padiglione e…
Ne usciamo un po’ perplesse: il nome Bahrain è magico, noi siamo entrate già predisposte al sogno arabeggiante, il percorso è, invece, un po’ “minimalista”.
Però è l’unico dei padiglioni che abbiamo visitato in cui abbiamo trovato materiale informativo e, soprattutto, quando andrò in Bahrain ho già la lista “Top 10 must do’s”. Io ricomincio a sognare sul Bahrain, sono un ‘inguaribile ottimista.
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