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Dossena, Val Brembana: dalle miniere al formaggio

6 Novembre 2019 di Cristiana Pedrali Lascia un commento

In estate qui si viene a prendere il fresco delle Prealpi Orobie e a fare escursioni tra boschi, prati e miniere.
Ma anche l’autunno ha il suo fascino: carpini, querce, betulle e noccioli dispiegano tutti i colori del foliage, dal rosso intenso all’oro passando per il bronzo, il senape, il bordò. Una tavolozza niente male.
Proprio tra questi boschi si nasconde una sorpresa: le Miniere di Dossena, aperte al pubblico e visitabili tutte le domeniche su prenotazione, da aprile a ottobre.

I colori delle foglie autunnali in un bosco

I colori del foliage nei boschi attorno a Dossena, in Val Brembana

Le miniere di Dossena: da Plinio alla NASA via Modigliani e Leonardo

Scarpe da tennis, ma se avete le scarpe da trekking è meglio, pantaloni e piumino e via nelle viscere della Val Brembana con Nicoletta.
Nicoletta è venuta a Dossena per amore ed è diventata dossenese al 100%: è lei che mi guida con i miei compagni di avventura alla scoperta delle Miniere di Dossena in una splendida mattina di fine ottobre.
Ci racconta di Plinio il Vecchio che nel suo libro Historia Naturalis parla delle miniere della zona bergamasca in cui gli schiavi lavorano per estrarre la calamina.
Ancora lei ci dice che Leonardo ha disegnato le mappe della Valle Brembana in cui appare anche Dossena e che oggi le mappe sono al Castello di Windsor, proprietà di Sua Maestà, la Regina Elisabetta II. Chissà se Sua Maestà ha mai notato Dossena, nella mappa di Leonardo.
Di sicuro, ha notato il villaggio di Dossena Flaminio Modigliani, il papà di Amedeo Modigliani, il pittore. A lui e al socio Gibson venne affidata la concessione di sfruttamento della miniera, ma né lui né Gibson fecero fortuna e ahimè! Amedeo non verrà mai a Dossena.
Mentre percorriamo il corridoio e seguiamo i binari della miniera su cui correvano i carrelli per il trasporto dei minerali, Nicoletta ci mostra le vene di fluorite: la fluorite, che i minatori inglesi chiamavano fiore di minerale per la sua bellezza ha un colore che assomiglia allo champagne rosé. Ovviamente, non è per la sua bellezza che veniva estratta: la fluorite era usata per produrre alluminio, in ottica e dalla NASA la chiedevano per lo shuttle. Insomma da Dossena Val Brembana a Cape Canaveral, Florida one way.
Ma negli anni ’80 le miniere di Dossena vennero chiuse.
L’ultima galleria scavata è stata la Galleria dei Sospiri, così chiamata perché i minatori (i minadur in dialetto bergamasco) che vi lavoravano sospiravano, sapendo benissimo che lo scavo serviva solo per sincerarsi che non ci fossero altre vene rilevanti da cui estrarre minerali.
Intanto, tra una vena di fluorite, una sottilissima di petrolio, noi proseguiamo lungo la galleria principale; l’acqua sgocciola in più punti e fa da sottofondo ed in alcuni tratti il vento spira impietoso, come lungo la Galleria del Vento, una galleria laterale che si apre a sinistra.
Noi seguiamo Nicoletta che sa proprio tutto della miniera, dei minadur, delle ateassine (le donne che scartavano i residui e mandavano solo i minerali giù alla lavorazione) e dei fuochini, i ragazzini che facevano da galoppini e si assicuravano che, una volta piazzate, tutte le cariche esplosive scoppiassero.
“Non lo potevano fare i minatori?” chiediamo a Nicoletta. “No. Tutti i minatori diventavano presto sordi per via delle esplosioni.”
Le esplosioni erano il modo con cui venivano estratti i minerali: si scavava un foro, si piazzava una carica e si faceva esplodere. Poi si caricava la roccia sui carrellini che venivano mandati fuori dalla miniera.
Là fuori operavano le ateassine e, una volta selezionato, il minerale veniva trasferito in teleferica giù al punto di lavaggio e di frantumazione.
In fondo alla Galleria dei Sospiri ci fermiamo, c’è una grata e una targa che riportaCantina del Minadur: se una volta qua i giacimenti erano di minerali, adesso sono di cibo.
Qualche anno fa a qualcuno è venuto in mente che per via dell’areazione e della temperatura che si mantiene sempre uguale, la miniera poteva essere il luogo ideale per far maturare il formaggio.
Detto fatto, è nata la Cantina del minatore o Cantina del Minadur e con lei il formaggio del minatore, ol minadur

Gruppo di persone che guardano in fondo alle gallerie delle Miniere di Dossena

In fondo alle Miniere di Dossena invecchiano le form del formaggio del minatore, ol minadur

Ol Minadur, il nuovo giacimento delle Miniere di Dossena

Nel 2016, quando le Miniere di Dossena vengono aperte al pubblico, a qualcuno, nessuno si ricorda più bene a chi, viene in mente che l’ambiente a temperatura e umidità costante, con batteri specifici è simile a quello delle cantine delle nonne e dei nonni in cui si appendevano salami e si affinavano i formaggi.
E la Val Brembana è terra di formaggi con i pascoli e le innumerevoli stalle di bovini e di ovini.
Perché non provarci?
Detto fatto: l’idea fa presto il giro e in tre anni sono già diversi i maestri e le maestre caseari che portano i loro formaggi a stagionare dove un tempo i fuochini correvano lesti per evitare di essere investiti dalle esplosioni.
Così, a 350 metri dall’ingresso della galleria principale, dietro la grata stanno a riposare le forme del formaggio del minatore nel silenzio sgocciolante della miniera interrotto ogni tanto dall’addetto a raschiare e a girare le forme.
Tre mesi di questo trattamento e ol minadur, con il suo sapore unico, è pronto per l’assaggio.
Per comprarlo si fa tappa o ai caseifici, come La Paloma Blanca di Luisa e Gloria o alla Trattoria degli Alpini all’ingresso di Dossena.
Certo è che un tagliere di salumi della valle, tra cui la pancetta e una lonza che si scioglie in bocca e un assaggio di ol minadur seduti alla Trattoria degli Alpini restano la scelta migliore: cibo autentico in contesto originale, con piatti di casoncelli fumanti e profumati di burro che sfilano avanti e indietro e Walter che racconta, tra un casoncello servito e un piatto vuoto ritirato, che l’ultima scorta di ol minadur se n’è andata la scorsa settimana con la troupe de The Carpenter, il film che il regista Steven Renso ha appena terminato di girare, parte alle miniere parte a Dossena.
Insomma, se volete ol minadur tocca attendere ancora qualche settimana per il nuovo rifornimento che ora sta riposando in miniera.

Un murale a tema religioso

Uno dei murale che si trovano a Dossena in Val Brembana

Dossena, la rinascita è donna

“Sono tornata dall’Erasmus a Berlino per cambiare valigia e tornare poi là per fare la guida. Invece, non sono più partita” racconta Lidia Alcaini.
Lidia è la presidente della cooperativa di comunità I Rais (=le radici).
Ha 25 anni, una laurea in lingue e piccole dita sottili chiazzate del colore della senape “sto raccogliendo lo zafferano e i pistilli vanno separati a mano”.
Con i soci fondatori de I Rais sta animando Dossena, rispondendo ad alcuni dei bisogni del paese e cercando di venire a capo della burocrazia italiana, impresa titanica.
Lei non è la sola ragazza in gamba che si sta dando da fare per Dossena e a Dossena.
C’è anche Luisa, altro folletto biondo che, insieme alla sorella Gloria ha aperto un caseificio poco fuori da Dossena, La Paloma Blanca (tel 339 6648195)
Luisa è in caseificio alle 5 per lavorare il latte munto il pomeriggio prima.
Dalle sue mani escono formaggelle di latte caprino e bovino.
“Questa è con l’ortica” dice mentre taglia una forma bassa e rettangolare con pochi gesti decisi e scarni.
A breve raccoglierà anche il suo zafferano che, a differenza di quello di Lidia, non è ancora pronto.
“Con lo zafferano faccio il palomino”
Ma Luisa ha mille e una idea di come preparare i suoi formaggi: con le ortiche, ma anche con il pepe, con il peperoncino, con le noci, con l’erba cipollina, con i marroni a Natale e via dicendo. A ognuno il suo.
Intanto arriva Isabelle, 4 anni, che qualche volta aiuta la mamma con il formaggio e ci mostra orgogliosa la sua formagella a forma di cuore.
Una nuova generazione di piccoli produttori che cresce.

Il Ponte Tibetano più alto d'Italia nascerà qui a Dossena

Il Ponte Tibetano più alto d’Italia a Dossena

Il Ponte Tibetano più lungo d’Italia

Se andate alla Trattoria degli Alpini troverete Walter in sala.
Anche lui, come Lidia, è uno dei soci fondatori de I Rais ed è una miniera di informazioni su Dossena.
Da bravo giovane assessore al turismo conosce la storia del piccolo villaggio e se siete dei buoni ascoltatori e curiosi, qualità per cui sono nota, potrete scoprire mille e una notizia.
Ad esempio, la storia dei murale che si scorgono su alcune delle case di Dossena.
“Ce ne sono 70 oggi” dice Walter “ e hanno temi diversi. Il nucleo principale risale agli anni ’80 e sono frutto dell’iniziativa di Filippo Alcaini, dossenese doc, artista, assessore, attivatore di connessioni ed energie”
Negli anni ’80 Filippo invita, in 3 rassegne successive, alcuni artisti della zona a realizzare le loro opere sulle pareti delle case di Dossena, qui ai piedi delle Prealpi.
Oggi, a quei murale se ne sono aggiunti altri e i Dossenesi ne sono giustamente orgogliosi, tanto da impegnarsi in prima persona per la loro conservazione.
Una passeggiata a occhi all’insù tra i vicoli del borgo rivela Madonne a cui angeli annunciano il lieto evento, foglie che paiono anche rondini trasportate dal vento, Dossenesi al lavoro e via dicendo in un caleidoscopio della vita proprio lì, sui muri.
Anche se Filippo non c’è più, il suo esempio è rimasto vivo e pulsante: i soci della cooperativa di comunità I Rais, a proposito il nome viene da una poesia di Filippo, hanno mille idee, ma, ancora più rilevante, hanno la capacità di portarle dal mondo aereo delle idee a quello della realtà: così nel 2021 a Dossena ci sarà il ponte tibetano più lungo d’Italia.
Il ponte tibetano sarà lungo 500 metri e avrà un’altezza di 140 metri e collegherà Dossena alla cresta opposta sopra a una piccola valle ricoperta di boschi che si accendono dei colori della fiamma in autunno.
Sarà una meraviglia.
L’appuntamento con Dossena è quindi per certo al 2021, ma a più breve sarebbe bello farci un giretto per CioccolanDossena domenica 24 novembre.
Sì, un’altra delle idee de “I Rais”.

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Categoria: Nord

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8 Dic 2019

Ever watched the dawn at #Bayonne #France?

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8 Dic 2019

#Bayonne in Francia ha albe magnifiche. Fa proprio venir voglia di un week end qui. Qualcuno ci è già stato?

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7 Dic 2019

The Church of Saint Nicholas in the heart of the small town of Hall in #Tyrol: a real gem for baroque lovers #OrgulloBarroco

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