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Coimbra in 24 h: cosa fare

20 Giugno 2016 di Cristiana Pedrali Lascia un commento

Coimbra mi ha rapito il cuore.
In realtà, è tutto il Portogallo che mi piace sempre di più.
Più ci vado, e questa volta era la terza volta, più le mie difese da nordica rigida cadono e questo piccolo Paese, che una volta ha dominato il mondo, mi avviluppa sempre più:

  • non ne comprendo la lingua, ma mi incanta il suo suono
  • non ne conosco gli usi, ma mi stupisco a cercare di scoprirli guardando la sua gente per strada, nei locali, sui mezzi
  • ignoro la sua letteratura, ma il nome di alcuni suoi autori mi paiono i nomi di anime affini

Malìa lusitana?


Di Coimbra ricordavo vagamente l’Università, non per esserci stata, ma per sentito dire, mi piaceva il suono della parola e nessuno di quelli che conosco pare ci fosse mai stato. Insomma, era un po’ un territorio vergine per me.
Ecco come si sceglie una destinazione o almeno scelgo io: curiosità, emozione e casualità.

Coimbra è la quarta città del Portogallo con una popolazione di circa 143.000 abitanti che, però, diventano quasi 160.000 durante l’anno universitario, perché Coimbra è la sede della più prestigiosa e la più antica università del Portogallo, fondata nel 1290 (Bologna, la più antica del mondo, è stata fondata nel 1088): un’invasione, più o meno pacifica, di giovani da tutta Europa e non solo arrivano a settembre per lasciarla nei mesi estivi.

Spesso snobbata dai circuiti turistici, io l’ho scelta per una 24 h veloce, ma forse avrei dovuto dedicarle almeno una ”due giorni”.
Se avete, come me, 24 h e non volete fare le cose di fretta, ma regalarvi un percorso lento e piacevole, ecco il mio itinerario e anche dove dormire e mangiare.

Università di Coimbra: pipistrelli e studenti

Perché fondare a Coimbra un‘università invece che a Lisbona?
Presto detto: Coimbra è stata sede della prima dinastia regnante del Portogallo e, addirittura, l’antica università sorge dove era il primo palazzo reale e le possenti mura ne sono testimonianza.
Le mura, oggi usate come abitazioni o uffici, cingono tre lati mentre il quarto si apre sulla vista del fiume Mondego, perché nel ‘700 il marchese di Pombal, illuminato riformatore portoghese, decise di aprire lo spazio a significare anche una nuova apertura dell’università verso l’esterno, il cambiamento.
Se avete poco tempo, dopo aver acquistato il biglietto d’accesso, mirate dritti alla Biblioteca Joanina rispettando l’orario di accesso che vi hanno assegnato.

Biblioteca Joanina:

iniziata nel 1717, deve il suo nome a Re João V.
All’interno si susseguono scaffali di legno (ben 72!) ricolmi di libri preziosi che, fino a pochi anni fa, gli studiosi e i ricercatori potevano consultare negli intimi studi che si aprono sui lati delle tre sale di cui è composta la biblioteca. Oggi, invece, è possibile fare richiesta e visionare tali volumi nella biblioteca nuova. Tutta un ‘altra atmosfera, però.
Ed ora fatemi la domanda. Come quale domanda? La domanda che la studentessa che ci ha accompagnato all’interno delle sale si sente fare ogni volta in più lingue ovvero “Ma dove sono i pipistrelli?”
Già, nonostante un patrimonio di libri, di , di affreschi e di tavoli in legno prezioso, la domanda che noi tutti ci poniamo è dove sono questi fantomatici pipistrelli che vivono nella Biblioteca Joanina e di cui ha scritto anche Umberto Eco.
“I pipistrelli stanno dormendo dietro alle tende e agli scaffali più alti. Si svegliano al tramonto, quando chiudiamo la biblioteca ai visitatori, e cominciano allora il loro turno”.
Alla biblioteca hanno trovato un metodo ecologico e a costo zero per proteggere i libri dagli attacchi delle tarme: i pipistrelli.
Come e quando siano arrivati i pipistrelli qui, se questi del giugno 2016 siano i degni discendenti dei primi pipistrelli e una ridda di altre domande circa questi ospiti alati sono avvolte dal mistero o per lo meno la nostra ospite non conosce le risposte, ma la storia di questi servitori silenziosi dei libri mi piace così tanto che non ho potuto non citarvela.

La Cappella di San Michele:

accanto alla Biblioteca Joanina sorge la Cappella di San Michele.
Se andate a visitarla di domenica, ricordate che alle 12 celebrano ancora messa qui e l’accesso per le visite è sospeso.
La Cappella è piccola e degni di nota sono l’organo barocco e l’interno in azulejos, oltre al portale esterno laterale, che originariamente era l’accesso principale, in stile manuelino. Lo stile manuelino è lo stile tardo gotico portoghese che ingloba elementi marinari negli stilemi tipici del tardo gotico per cui, ad esempio, non è raro trovare fregi a cordame di nave, caravelle in luogo di altri elementi decorativi come fiori, figure geometriche, etc.
Mi colpisce il contrasto: quando lo ammiravo io, seduta con non chalance a gambe incrociate davanti al portale c’era una deliziosa studentessa tutta presa a “spipolare” sul suo smartphone. Pensa un po’: nel 1500 un re commissiona l’opera per celebrare i fasti del suo regno che dominava il mondo per mare e oggi sotto quei fasti, molto appannati a dire il vero, giriamo il mondo con un dito.

Sala Grande degli Atti:

la “Sala dos Capelos” (anche Sala delle Toghe) è il cuore dell’università.
Da sempre qui si consegnano le lauree, si assegnano titoli onorifici e si apre l’anno accademico senza che nulla, o davvero molto poco, sia cambiato nel cerimoniale dal 1600.
Pare sia molto probabile incappare in una cerimonia di laurea.
Io non ci sono incappata, un vero peccato!

Il Duomo di Coimbra: la fortezza

Questa imponente struttura è sempre stata lì dal periodo visigoto, cioè dal 500 D.C circa.
La struttura attuale, che ricorda più una fortezza, però è del 1162 circa.
All’interno la spazio è rigoroso, possente e restano tracce di antiche mudejar (piastrelle smaltate di stile arabo-cristiano) che fanno da sfondo a madonne lignee spartane.
Sulla destra c’è un chiostro con un paio di cappelle.
In una è sepolto Sesnando, primo governatore di Coimbra e abile diplomatico. Ma soprattutto capace di far convivere pacificamente musulmani e cristiani, forse perché lui stesso aveva in sé entrambe questi mondi. Sesnando era infatti un “mozarabo”, cioè un cristiano che viveva sotto la dominazione musulmana e che aveva adottato, pur mantenendo la religione Cristiano Cattolica, elementi della lingua e dei costumi arabi.
Insomma questo mix d’uomo riuscì, allora, dove noi non riusciamo oggi, nonostante studi, aperture, chiusure, GPS e intelligence.
Forse avremmo bisogno di un uomo o di una donna così, che siano a metà tra i nostri diversi modi di essere e di vivere e ci indichino come farli convivere e fiorire.
Mi affascinano sempre gli uomini del passato e le loro storie.

Curiosità e eventi a Coimbra:

Le “Republicas”:

il nostro padrone di casa, João, ci ha mostrato una finestra decorata da sedia, cappelli di paglia colorati, un innaffiatoio un po’ sbilenco e altri oggetti difficilmente identificabili. “E’ una ” ci ha detto tra l’ironico e il divertito.
Una è una casa affittata o subaffittata da studenti che vivono insieme come in una sorta di comune e non è raro imbattersi in questi segni di creatività studentesca, non tanto nella città vecchia, ma nella parte nuova attorno a Praça da Repubblica, dove pare si concentri la vita studentesca.

Music nights a Coimbra:

da giugno a settembre i week end sono ravvivati da musica e da spettacoli nelle piazze della parte vecchia della città. Se pensate di essere in zona, cercate di fare tappa a Coimbra nei week end per non perdervi questa occasione.

Mangiare e dormire a Coimbra:
    • Ho dormito a:

Io sono stata al B&B Quebra Luz in Rua Quebra Costas, nella città vecchia a pochi passi dalla Cattedrale e dall’università.
Ora pochi passi, ma considerate che qui è tutto un arrampicarsi in vicoli stretti e acciottolati, quindi l’opzione viaggiare light è la migliore.
La mia camera era ampia e con bagno privato, ma soprattutto aveva un balconcino che dava proprio sulla rua e sulla piazzetta dove fanno musica nei week end.
Io mi immagino lì l’anno prossimo con libro in mano, bicchiere di rosso e la musica delle music night che sale dalla rua. Che vi devo dire? Mi piace sognare.

    • Ho mangiato a:

Tasquinha Do Fado in rua das Azeiteras.
Non fatevi scoraggiare dall’aspetto: è una stanza poco attraente, muri bianchi, poche stampe di misera fattura alle pareti, una tenda che ha visto tempi migliori separa la zona ristorante dalla cucina e la piccola radio a transistor ad un certo punto passerà dal fado alla messa, ma Margherita balzerà sulla macchinetta e riporterà le arie del fado tra i tavoli e i commensali.
Come io, che sono notoriamente un po’ “rompi” sui locali, abbia deciso di fermarmi lì è mistero, ma è stata una scelta azzeccata: Margherita ci ha servito una cena incredibile con pochi, ma enormi, piatti della cucina portoghese.
Ho provato il “caldo verde”, una zuppa di cavolo densa e corroborante, attaccato un polpo dell’Atlantico alla griglia che aveva tentacoli della dimensione del mio polso almeno e per le sardine grigliate, per me sono ormai il piatto principe e che preferisco del Portogallo.

Né il B&B Quabra Luz né il ristorante Tasquinha Do Fado mi hanno né pagato né chiesto di scrivere queste note, ma se siete in giro e trovate un posto carino, non vi piacerebbe raccontarlo ai vostri amici?

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Categoria: Europa Tag: Coimbra, Dove dormire, Food, Viaggi

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8 Dic 2019

Ever watched the dawn at #Bayonne #France?

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8 Dic 2019

#Bayonne in Francia ha albe magnifiche. Fa proprio venir voglia di un week end qui. Qualcuno ci è già stato?

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7 Dic 2019

The Church of Saint Nicholas in the heart of the small town of Hall in #Tyrol: a real gem for baroque lovers #OrgulloBarroco

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