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5 cose da fare gratis a Brooklyn, New York City

19 Marzo 2016 di Cristiana Pedrali 2 commenti

Durante la mia #americanweek ho deciso di vedere una New York un po’ diversa.
Non che Manhattan non mi attirasse, semplicemente volevo vedere se c’era una New York diversa da quella di WallStreet, della Quinta, di Broadway e via dicendo.

Così è nato #americanweek e l’idea di scoprire Brooklyn e Queens.
Io di Brooklyn, del suo parco lungo l’East River e di Dumbo mi sono innamorata, se per caso vi foste persi i tweet o post in Facebook durante la mia #americanweek e non foste preparati alla mia cotta adolescenziale per questo quartiere di New York .
Per di più, ho scoperto che si possono fare tante cose, riempirsi la giornata senza dover necessariamente spendere per visitare cose interessanti proprio qui a Brooklyn, detta Broccolino dai primi immigrati italiani.

Eccole qui:

Ponte di Brooklyn:

E’ il landmark della Big Apple da quando fu inaugurato nel 1883.
E’ opera degli ingegneri Roebling, padre e figlio, e della moglie di quest’ultimo, Emily, quando Washington Roebling, il figlio di John Roebling, rimase ferito nell’opera di edificazione del ponte.
Per attraversarlo considerate almeno 25 minuti a passo veloce e portatevi una felpa, un k-way, insomma lì tira sempre un vento incredibile.
Attenzione: per facilitare il transito di tutti noi che vogliamo godere della passeggiata sul ponte di Brooklyn e della vista dello skyline di Manhattan da lì, innegabilmente meravigliosa, il tratto pedonale del ponte ha due sensi , per chi va verso Manhattan e per chi va verso Brooklyn e soprattutto c’è un tratto riservato ai ciclisti.
Ora, so che presi dall’emozione non guarderete dove state mettendo i piedi e che vorrete fermarvi a ogni tratto perché da lì la vista è incredibile, merito anche della luce tersa sul fiume, però ATTENZIONE AI CICLISTI.
Perché sul ponte vanno come al Tour de France e non vanno per il sottile, se c’è qualcuno nel loro tratto sono tutti dotati di fischietto e lo usano senza pietà.
Comunque la passeggiata è da fare, soprattutto se poco prima avete azzannato un hamburger con le French fries.

Brooklyn Bridge Park:

Sotto il ponte di Brooklyn e quello di Manhattan, lì accanto, la riva dell’East River è stata trasformata in un parco, il Brooklyn Bridge Park.
Lì potete trovare accessi alle spiagge che costeggiano il fiume, pannelli che illustrano il tipo di fauna e di flora che trovate in quel tratto, spazi attrezzati per i bambini, addirittura uno spazio attrezzato per il free climbing (apre a aprile 2016), il “Jane’s carousel”, una giostra con i cavalli che vanno su e giù come quelle di quando noi del prima “Digital Natives” eravamo bimbi, installazioni d’arte, il tutto lungo una passeggiata che si snoda per diverse miglia (1 mile = 1,60 km)
Prendetevi 30 minuti e passeggiate a occhi aperti: trovate gente che passeggia con il cane, mamme che portano i bimbi in passeggino, runner attrezzati con l’ultima Nike, ma anche yoghi che praticano e persino un appassionato di meditazione che mentre io, e molti altri, gironzolavamo tutti bardati per resistere alle folate di vento gelido, lui, incurante di queste, a dorso nudo, sedeva ritto come un fuso a salutare il sole che tramontava sull’East River. Poi ditemi che la meditazione non fa miracoli.

Librerie e eventi a Dumbo:

Dumbo è la mia parte preferita di Brooklyn.
Dumbo è Down Under the Manhattan Bridge Overpass, ovvero la zona attorno al Ponte di Manhattan, e si pronuncia DAMBO.
Lì trovate librerie, negozietti vintage, fortune teller ovvero veggenti pronte a leggervi la mano e i tarocchi (sì, sono stata molto tentata e no, non l’ho fatto), caffè e librerie.
Orbene, sapete ormai della mia passione incredibile per i libri, tanto che al terzo giorno dell’#americanweek ero già a quota quattro libri, ma a mia discolpa devo dire che a Dumbo e alle sue librerie non è possibile resistere.
Powerhouse Arena al 37 di Main Street è una goduria: un vecchio magazzino dai soffitti alti con tavoli coperti di libri e, udite udite, una sorta di arena a gradoni interni per le presentazioni.
Ed è infatti lì che ho partecipato alla presentazione del libro Wellth di Jason Wachob.
Comunque anche gli americani sono poco rispettosi degli orari in queste occasioni, sappiatelo!
Un’altra libreria da non perdere è P.S Bookshop in Front street, sempre a Dumbo.
Lì trovate libri di seconda mano in ottime condizioni e in tutte le lingue e su qualsiasi area dello scibile umano, dalla donna yiddish all’alta oreficeria italiana, in lingua italiana per di più.
Tra l’altro organizzano pomeriggi con i bimbi in cui raccontano favole.
Aggiungo altro?

Le casette colorate di Boerum Hill:

Boerum Hill è un piccolo quartiere delizioso di Brooklyn fatto di piccole casette in mattoni rossi modello Tudor o coloratissimi, che vanno dal malva al rosmarino e con finestrelle dalle cornici multicolor.
Il quartiere è delizioso e sicuro.
Perdersi tra le sue strade è un piacere, soprattutto se trovate un bel pomeriggio di sole.
Se poi avvertite fame, il numero di localini che offrono cibi organici è alto.
Potete, magari, provare il Sun in Bloom a Bergen Street.
Se ci andate dalle 11 alle 16 di domenica potrete anche fare il brunch e sedervi ai grossi tavolini centrali scambiando quattro chiacchiere con i locals.

Il progetto LoveHeals_NYC:

Alison Gertz era una bella ragazza di 16 anni quando scoprì di aver contratto l’AIDS.
Ha speso l’ultimo anno della sua breve vita a parlare della malattia e di come evitarla o curarsi.
Oggi all’angolo di St John’s Place, ci sono una serie di murali che ricordano lei e la sua missione ma ricordano soprattutto a noi che l’AIDS c’è ancora, miete vittime e che la vita è comunque bella, un tripudio di forme e di colori e per poterne godere dobbiamo amarla e amarci.
Scoprite di più su Alison e sull’organizzazione Love Heals.
Quello dell’arte da strada è stato un po’ un fil rouge della mia vacanza a New York, perché lì, più che altrove, ho notato che il concetto di graffito è più declinato in modalità “murale”, non ci sono scritte volgari, o senza un senso comprensibile ai più; ci sono vere e proprie opere d’arte, messaggi in forma di immagini che sono comprensibili ai più, non solo alla setta dei writers.
E così, allora, anche a una conservatrice come me, il graffito piace, stuzzica, dà un ulteriore piano di lettura della realtà.
Insomma, Brooklyn è stata davvero una bella scoperta senza dimenticare che il sabato, in Grand Army Plaza, non dovete perdere il greensmarket con tutti i produttori dell’area e soprattutto le torte di mela della Nonna Papera (sempre per noi pre nativi digitali).

E voi, avete mai pensato a visitare Brooklyn oltre al suo ponte?

Note utili

Brooklyn Bridge Park
Progetto Love Heals New York City
Libreria Powerhouse Arena
Libreria P.S Bookshop
Sun in Bloom

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Categoria: RESTO DEL MONDO Tag: arte, I miei luoghi del cuore, Viaggi

Comments

  1. Laura dice

    21 Marzo 2016 at 2:58 pm

    Come sempre i tuoi post sono ricchi e vividi, fatti di dettagli, profumi e persone. Mi fai viaggiare attraverso i tuoi racconti, e questo è fantastico.

    Rispondi
    • Cristiana Pedrali dice

      21 Marzo 2016 at 3:38 pm

      Che bello questo commento: far viaggiare con le parole. Non è forse l’obiettivo segreto di ogni travel blogger?
      Grazie Laura e spero di riuscirci se non sempre il maggior numero di volte possibile
      Tu segnbalami quando non mi riesce così posso migliorare, ok?

      Rispondi

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Ever watched the dawn at #Bayonne #France?

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#Bayonne in Francia ha albe magnifiche. Fa proprio venir voglia di un week end qui. Qualcuno ci è già stato?

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7 Dic 2019

The Church of Saint Nicholas in the heart of the small town of Hall in #Tyrol: a real gem for baroque lovers #OrgulloBarroco

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