A Milano si fa la happy hour e a Venezia si va per bacari.
I bacari stanno a Venezia come i locali trendy e i lounge bar stanno a Milano: tra i due, in questo periodo della mia vita sono più in fase bacaro e cicchetto.
A Venezia la scelta è ampia e articolata, ma ogni bacaro è diverso dall’altro e, soprattutto, ha una selezione di cicchetti diversi (il finger food veneto) e una clientela diversa.
Io, dopo aver scelto cosa gustare, me ne sto spesso zitta a ascoltare le chiacchiere dei locals. Raramente ci si imbatte in vecchi marinai con la pipa in bocca (poi fumare nei locali è proibito, anche la romantica pipa), ma dalle chiacchiere degli stranieri che non sanno bene come gustare il baccalà mantecato alle ciacole dei ragazzi che si raccontano gli ultimi eventi della zona, il divertimento è assicurato.
I miei 5 bacari preferiti sono:
Al Timon, in Fondamenta Ormesini
Ombre de vin che spaziano da Raboso a Valdobbiadene, ma soprattutto una selezione di cicchetti da urlo. Il mio preferito è, tenetevi forte, gorgonzola e fragola e quindi non c’è sempre, ma quando c’è…non ne posso fare accaparramento, perché qui vale la regola del “non più di 5 cicchetti a testa”. Insomma, un modo carino per aiutarti a limitare le calorie.
Altri due punti forti sono:
- musica all’aria aperta: quasi tutti i martedì e i giovedì c’è un gruppo musicale che propone cover di musica pop e jazz
- i barconi: non c’è posto dentro o ai tavoli lungo la riva? No panic: potete sedervi lungo la sponda, piedi quasi a mollo nel canale e trovare posto su uno dei due barconi ormeggiati.
Vecia Carbonera, ponte Sant’Antonio lungo Strada Nova
Sembra davvero di entrare in un antro buio e basso, ma se vi spingete fino al fondo si aprono due vani più ampi.
Interamente ricoperto di perline di legno scuro, con lunghi banconi grezzi, potete prendere tutti i cicchetti che volete, no limit qui.
Seduti su sediacce, si parla, si ride e si chiacchiera del più e del meno.
Al Cantinone, Strada Nova
Passando per la trafficatissima Strada Nova, di fronte al Palazzo Mora (trovate qui qualche info in più, così da unire l’utile al dilettevole…a voi poi decidere quale è la parte utile e quale è quella dilettevole).
Mi piace fermarmi ai tavoli esterni, perché il via vai di turisti e veneziani è uno spettacolo già di per sé.
Ma non basterebbe questo per farne uno dei miei bacari preferiti.
Infatti, il suo punto forte sono i cicchetti. Il cuoco deve essere un creativo dalla fonte inesauribile: al caciocavallo e finferli, alla ‘nduja, al baccalà mantecato, alle sarde…irresistibili.
Altra nota di merito: sono davvero gentili.
Ora dovete immaginare che i bacari sono posti spesso un po’ “rudi” e parte del loro fascino sta proprio in questo aspetto ruvido.
Ciò non toglie che andare per bacari se non sei esattamente un habitué e non sei uso a ammassarti al bancone può essere frustante. Qui, invece, puoi sederti e ordinare e, con calma, ti arriverà l’ordinazione.
Pensandoci bene, è un buon modo per avvicinarsi al mondo dei bacari.
Al Paradiso Perduto, in Cannareggio 2540
Il banco dei cicchetti è una delizia senza fine, da non sapere cosa scegliere.
Io di solito mi oriento sui fritti (lo so, non fanno bene, ma una volta ogni tanto qualche peccatuccio…) e nello specifico i miei preferiti sono:
- sarde al beccafico (guai chiamarle involtini di sarde, rischio che ti dicano che loro non ne hanno anche se vedi quei rotolini invitanti nella vetrinetta)
- sarde fritte
Una sola accortezza: andare prima delle 18.30 per trovare qualche buco o prenotare, altrimenti non troverete posto, perché il Paradiso Perduto è uno dei bacari più antichi e più gettonati. O prenotare!
Musica dal vivo il lunedì.
Ai Frari, Ponte Ai Frari
Qui bisogna scegliere bene gli orari, perché nei momenti caldi della giornata , ovvero verso le 18.00 e fino alle 20.30 circa, è una battaglia.
Frotte di veneziani e turisti che si accalcano allo stretto bancone per chiedere un prosecco, un bianco o uno spritz bianco o quello aperol.
Il ricambio dei cicchetti è continuo, ma vanno soprattutto i piatti di affettati e formaggio: taglieri enormi, pieni di ogni delizia proveniente da Mr. Pig, dalla lonza, al culatello, passando per salame e soppressa. Un tripudio al colesterolo, e non esattamente quello buono.
Io lo adoro per tre cose:
- la location è davanti all’immensa Chiesa Santa Maria Gloriosa ai Frari
- il logo, che è un gatto un po’ bohèmien che infilza un topastro
- la musica, perché il proprietario è un appassionato di jazz e sorseggiare una birra, infilzando una fetta di cotto mentre Sara, intendo la Vaughan, attacca “Summertime” è un’epifania, un momento in cui sento intensamente che “la vita è bella”.
Qui invece la selezione di un altro blogger esperto di “cose veneziane” e di montagna, che ne dite?
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